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Alessandro Rossi, industriale tessile di Schio, fondatore del Lanificio Rossi.


Sotto,
planimetria generale del progetto del quartiere operaio Nuova Schio (ing. Caregaro Negrin, 1872).
I telai Jacquards del reparto tessitura del Cotonificio Benigno Crespi nel 1928.
Il dispiegarsi nel paesaggio lombardo dei grandi opifici tessili nei marchi di fabbrica aziendali d'inizio Novecento del Cotonificio Legler di Ponte San Pietro (Bergamo) e della Manifattura Sacconaghi e Taschini di Pontoglio (Brescia).




Sullo sfondo,
le architetture del villaggio-fabbrica cotoniero di Crespi d'Adda (Bergamo).
Nel  settore  tessile,   sia  prima  che  dopo  l' Unità,  gli
    imprenditori  più  innovativi  furono   gli   stranieri,   in
       particolare  di  nazionalità  svizzera. In Lombardia il
         loro  ruolo  fu  determinante  per  la  crescita della
          moderna    fabbrica    cotoniera.    Nel   territorio
           bresciano   e   bergamasco   crearono    imprese
           durature  i  NiggelerKüpferLeglerHefti,
           Zopfi   ecc.,  in   una   realtà  che
             vedeva ancora   la   prevalenza  di
            telai  a  mano:  33.000  in fabbrica
          e  ben  229.000 a domicilio nell'an-
         no 1880.
    L'industria  cotoniera  fu  uno dei fat-
  tori trainanti dell'industrializzazione. La base di partenza al momento dell'unificazione era modesta: 450.000 fusi, 14.000 telai meccanici, questi ultimi saliti nel 1903 ad 80.000. Particolarmente forte era la dipendenza dall'estero per il personale tecnico.
Dalla seconda metà dell'Ottocento emersero alcune figure d'importanti imprenditori italiani: Eugenio Cantoni, la famiglia Crespi (cotonificio), Giuseppe Venanzio Sella, la famiglia Marzotto (lanificio) e, soprattutto, Alessandro Rossi (1819-1898), che nel 1848 introdusse la prima macchina a vapore nel suo lanificio di Schio. La fabbrica tessile di Schio divenne, negli anni Ottanta dell'Ottocento, la più avanzata della nazione: estesa su un'area di circa 80.000 mq è illuminata a gas e le sue macchine erano mosse da modernissime turbine.
Come espressione di una forma di paternalismo avanzato, gli industriali tessili diedero vita a villaggi operai dotati di articolate infrastrutture: Crespi d'Adda, la Nuova Schio, la Valdagno dei Marzotto, Campione sul Garda degli Olcese rappresentavano i nuovi panorami della quotidianità industriale italiana.