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La lunga tradizione artigianale nella fabbricazione delle armi ha contribuito al progresso nella lavorazione del ferro e negli studi tecnico-ingegneristici.
Notevoli esperienze in campo armiero-metallurgico furono realizzate a partire dagli anni Trenta dell'Ottocento dal novarese
Giovanni Cavalli
(1808-1879), che si dedicò al perfezionamento dell'artiglieria con sistemi di rigatura delle canne e di retrocarica. Celebre il fucile "91", dall'anno di fabbricazione (1891), derivato da un'arma progettata da Salvatore Carcano.
Con la prima guerra mondiale (1915-1918) le commesse belliche fecero compiere un salto dimensionale a tutte le grandi imprese: la Fiat si specializzò nella produzione in grande serie di camion, l'Ansaldo passò da 6.000 a 111.000 addetti, convertendo buona parte della propria produzione nella fabbricazione di armi. Nel bresciano un posto di primo piano è occupato dalla Metallurgica Tempini.
Il conflitto determinò un più stretto rapporto fra scienza ed industria. Nel 1916 venne costituito, sotto la presidenza di Giuseppe Colombo, il Comitato Nazionale Scientifico Tecnico per l'incremento dell'industria italiana (Cnst). L'anno successivo fu la volta dell'Ufficio Invenzioni (Ui, poi Uir), progenitore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (Cnr), istituito nel 1923. Nel primo dopoguerra, dalla conversione dell'industria degli esplosivi nacque, in Italia, la chimica dei coloranti.
Il reparto per la produzione di artiglieria nello stabilimento Ansaldo di Cornigliano (Genova) nel 1917.
La prova idraulica di controllo ai proiettili di piccolo calibro in uno stabilimento ausiliario nel 1918.
Il fucile
modello "91" con
caricatore a serbatoio fisso da sei colpi,
calibro 6,5 mm.

Sullo sfondo,
il cannone "381" realizzato dallo Stabilimento Ansaldo di Cornigliano (Genova) nel 1917.
Particolare di un cannone da campagna, montato su affusto, ideato tra il 1832 ed il 1843 da Giovanni Cavalli.


Sotto, la pubblicità aziendale della fabbrica d'armi Pietro Beretta di Gardone Val Trompia (Brescia) datata 1888.