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Dall'alto: macchina a vapore da 12 cavalli con cilindro orizzontale, progetto Ansaldo di fine Ottocento;

triciclo a motore Bernardi, fine XIX secolo; tavola riassuntiva del primo brevetto italiano del motore a scoppio Barsanti-Matteucci.
Da sinistra:
Michele Lanza alla guida del suo modello di autovettura "Victoria", 1898; la prima vettura costruita a Torino da Michele Lanza, 1895.
Sotto, dall'alto:

schema del motore Barsanti-Matteucci secondo il brevetto inglese depositato nel 1854;

progetto italiano di motrice a vapore.
Agli inizi dell'Ottocento la macchina a vapore, dopo molti perfezionamenti, cominciò ad essere prodotta su scala industriale. Si trovava, invece, ad uno studio pionieristico la ricerca sui motori a combustione.
Tra i pionieri il milanese Luigi De Cristoforis, che nel 1836 ideò una macchina "igneo-pneumatica".
Nel 1853 Eugenio Barsanti (1821-1864) realizzò il primo motore a scoppio a combustione interna, brevettato l'anno successivo, ma che non venne sviluppato su scala industriale.
Il motore costruito da Barsanti era molto simile a quello realizzato, anni dopo, da Nikolaus Otto e che, con successive modifiche (ciclo a quattro tempi), si affermò universalmente. Insieme a Barsanti lavorò dal 1853 anche l'ing. Felice Matteucci (1808-1887) a cui si deve in particolare lo studio dell'espansione della miscela d'idrogeno e
aria e della sua accensione mediante una scintilla elettrica.
Nel 1856 il motore di Barsanti e Matteucci venne applicato, in un'officina di Firenze, al funzionamento di un trapano e di una cesoia. Nel 1861 il motore di Barsanti e Matteucci, a due cilindri e venti cavalli, venne presentato al pubblico.
Il successo del motore a scoppio accompagnò quello delle automobili. Tra i pionieri in questo campo sono da ricordare i motori e le autovetture progettate da Enrico Bernardi negli anni Ottanta e Novanta dell'Ottocento, e quelle di poco successive di Michele Lanza ed Ettore Bugatti.