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Dall'alto:

l'inventore della dinamo Antonio Pacinotti;

modello dell'anello elettromagnetico di Pacinotti, progenitore della dinamo;

Piero Ginori Conti effettua a Larderello il primo esperimento di produzione di energia elettrica geotermica, 1904;

particolare di ruota idraulica: l'acqua per secoli è stata la principale forza motrice.
Motori asincroni sperimentali per gli studi sul campo magnetico, conservati presso il Museo "G. Ferraris" di Torino.
Sotto,
indicatore universale (voltamperometro e wattmetro) "Ferraris", 1900.
La mancanza di carbone condizionò fortemente lo sviluppo dell'industria italiana che non poté sfruttare a pieno l'invenzione cruciale della prima rivoluzione industriale: la macchina a vapore. Una svolta fu resa possibile dalla produzione industriale e dal trasporto di energia idroelettrica.
In tal senso un progresso importante sulla strada della produzione industriale dell'elettricità fu dovuto al pisano Antonio Pacinotti (1841-1912) che, nel 1864, presentò su "Il Nuovo Cimento" l'"anello" che da allora porta il suo nome: per effetto dell'induzione elettromagnetica esso
funzionavasia da dinamo che da motore elettrico. L'invenzione venne però brevettata e sfruttata industrialmente dal belga Gramme. Meno nota l'invenzione di Alessandro Cruto che nel 1880 sperimentò una lampada ad incandescenza con filamento di carbonio, riuscendo anche a produrla industrialmente nonostante il successo commerciale della lampada di Edison.


Nel 1885 Galileo Ferraris (1847-1897), in pochissimo tempo, ideò il motore elettrico a corrente alternata, un'invenzione semplice e geniale che lo scienziato piemontese
non volle brevettare, perché sosteneva che "la scienza ha ideali più alti di quello dell'utile materiale". La sua scoperta consentì la realizzazione su grande scala di motori elettrici a corrente alternata, contribuendo al prevalere di questa sulla corrente continua.