Dal traino animale alle prime ferrovie: nell'immagine, della metà del secolo XIX, l'allegoria di due convogli merci che si incrociano lungo le strade piemontesi.
Sotto,
disegno di locomotiva in produzione alle Officine Breda nel 1906 per conto delle Ferrovie Secondarie Romane.
A sinistra,
l'elettrotreno "ETR 300" di fabbricazione Breda Ferroviaria Spa, per linee da 3.000 volt a corrente continua, in una pubblicazione aziendale del 1953.
Dall'alto:
Locomotori elettrici E632 "tigre" ed E656 "caimano" delle Ferrovie Italiane, di produzione Ansaldo, in un'immagine del 1977;
elettrotreno articolato delle Ferrovie Italiane in un'immagine degli anni Trenta.
La prima ferrovia italiana fu inaugurata a Napoli il 3 ottobre 1839: era lunga quasi otto km e il viaggio fino a Portici fu compiuto alla velocità di 40 km orari. I primi stabilimenti impegnati nella costruzione di locomotive in Italia furono l'Ansaldo, lo Stabilimento statale di Pietrarsa e le Costruzioni meccaniche di Saronno, inizialmente su modelli e progetti stranieri, ma ben presto con modelli interamente sviluppati in Italia.
Alla fine dell' anno 1860, in Italia vi erano
2.170 km di linee ferroviarie. Per la conformazione orografica della nazione fu necessario realizzare grandi viadotti e trafori. Nella realizzazione dei trafori del Cenisio, San Gottardo, Sempione, ebbero un ruolo decisivo le perforatrici pneumatiche: fra gli inventori il milanese Giovan Battista Piatti.
Nel settore si inserì con forza la società fondata da Ernesto Breda (1852-1918) nel 1886 a Milano, dopo aver rilevato la preesistente Società Elvetica. Breda aveva studiato nei Politecnici di Milano e Zurigo ed era pronto ad introdurre le novità proposte dalla tecnologia (allargherà ben presto l'attività al settore armiero).
Con il nuovo secolo vengono introdotte le motrici elettriche: le prime sperimentazioni avvengono nel 1902 sulle linee Lecco-Sondrio e Milano-Varese. Nel 1905 lo Stato assume l'esercizio delle ferrovie e viene incrementando ulteriormente l'elettrificazione (corrente continua a 3.000 volt), mentre la rete ferroviaria, con più di 16.000 km, raggiunse uno sviluppo di poco inferiore a quello attuale.