SENTENZA
La quale dal pieno giurato Consiglio di guerra radunatosi per ordine dell'Imp. Regio Supremo Comando dell'Armata d'Italia venne a maggioranza de' voti pronunciata:
1.°
PIETRO MACCARINELLI detto Cicca nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 31, cattolico, nubile, di professione macellajo, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato, si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj, di avere il primo Aprile dell'andante anno durante la rivoluzione in Brescia preso parte all'omicidio di parecchi Borghesi e Militari verificatosi nelle carceri della Piazza vecchia e specialmente di aver dato la vicina morte ai medesimi di già agonizzanti infliggendo loro nel petto e nel basso ventre colpi di coltello. Lo si dichiara quindi reo del delitto di omicidio a norma del 30.mo Articolo della legge Marziale non che a senno del Proclama di Sua Eccellenza il Feld-Maresciallo Conte RADETZKY e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
2.°
COSTANTINO RIZZI detto Pitanzini, nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 31, cattolico, ammogliato, padre di un figlio, di professione Tintore, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, e così pure all'omicidio con rapina commesso il 1.° Aprile dell'andante anno sulla persona di Luigi Zambrini. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per aver portato armi, aggravato di complicità nell'omicidio con rapina, e lo si condanna in forza delle precitate leggi alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
3.°
VINCENZO BIANCHI nativo di Pavia nella Lombardia, d'anni 26, cattolico, nubile, di professione orefice, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato, si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, ed è pure più da vicino indiziato di complicità nell'omicidio verificatosi il 1.° Aprile dell'andante anno nelle carceri della Piazza vecchia. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato del delitto di omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
4.°
BORTOLO GOBBI, nativo di Lumezzane, provincia di Brescia nella Lombardia, d'anni 42, cattolico, nubile, di professione Calzolajo, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso, ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, e così pure di aver cooperato all'omicidio verificatosi il 1.° Aprile dell'andante anno nelle carceri della Piazza vecchia. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato del delitto di omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
5.°
GAETANO CONEGATTI, nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 38, cattolico, nubile, di professione Tintore, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso, ed è pure in parte convinto dalle deposizioni testimoniali di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, e così pure di aver cooperato all'omicidio verificatosi il 1.° Aprile dell'andante anno nelle carceri della Piazza vecchia. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato del delitto di omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
6.°
GIOVANNI DALL'ERA, detto Gobbo, nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 27, cattolico, nubile, macellajo di professione, nel mentre il fatto imputatogli, venne giudizialmente constatato e convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, e così pure di aver cooperato all'omicidio verificatosi il 1.° Aprile dell'andante anno nelle carceri della Piazza vecchia. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato del delitto di omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
7.°
GIOVANNI AVANZI, detto Pestaos od Inoci, nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 46, cattolico, vedovo con due figlj, di professione calzolajo, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, più si rese in parte confesso, parte è convinto è convinto dalle deposizioni de' testimonj e da quelle di altro suo complice di aver partecipato all'omicidio con rapina commessa il primo Aprile dell'andante anno nella persona di Luigi Zambrini. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato di quello di compartecipazione all'omicidio con rapina, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
8.°
NAPOLEONE ZANINI, nativo di Brescia nella Lombardia, d'anni 29, cattolico, nubile, di professione muratore, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia del mese di Marzo dell'andante anno portando armi, di più egli è da vicino indiziato di avere cooperato all'omicidio commesso nella persona di Giuseppe Gorato il primo Aprile dell'andante anno. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato di quello di compartecipazione all'omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
9.°
PIETRO ZANINI (Vecchio) nativo di Villanuova Provincia di Brescia nella Lombardia, d'anni 45, cattolico, ammogliato, padre di due figlj, fruttivendolo, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia nel mese di Marzo dell'andante anno portando armi, di più egli è da vicino indiziato di avere cooperato all'omicidio commesso nella persona di Giuseppe Gorato, e così pure egli è remotamente indiziato di cooperazione all'omicidio di Giovanni Marinoni, verificatosi il primo Aprile dell'andante anno. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca. Si dichiara quindi sospesa l'inquisizione riguardo all'imputatogli delitto di omicidio per difetto di prove legali a norma dell'articolo 39 del codice penale Teresiano.
10.°
PIETRO ZANINI detto Peteo, nativo Provincia di Brescia nella Lombardia, d'anni 30, cattolico, nubile, fruttivendolo, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia nel mese di Marzo dell'andante anno portando armi; egli è inoltre più di vicino indiziato di aver cooperato all'omicidio commesso nella persona di Giuseppe Gorato il 1.° Aprile del corrente anno. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi, aggravato di quello di compartecipazione al delitto di omicidio, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca.
11.°
FRANCESCO FAPPANI, nativo Provincia di S.Eufemia presso Brescia nella Lombardia, di anni 31, cattolico, nubile, di professione falegname, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia nel mese di Marzo dell'andante anno portando armi, e battendosi colle medesime contro le II. RR. truppe. Egli è inoltre più da vicino indiziato di cooperazione nell'omicidio con rapina commesso nella persona di Luigi Zambrini il 1.° Aprile del corrente anno, e da vicino indiziato di cooperazione nell'omicidio commesso pure il 1.° suddetto Aprile nella persona di Giuseppe Gorato. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione per avere portato armi ed essersi battuto colle medesime contro le II. RR. Truppe, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca. Si dichiara inoltre sospesa l'inquisizione riguardo all'imputatogli delitto di omicidio per difetto di prove legali a secondo dell'articolo 39 del codice penale Teresiano.
12.°
BONAFINE MAGGI, detto Barabba, nativo di Milano nella Lombardia, di anni 30, cattolico, nubile, macchinista, nel mentre il fatto imputatogli venne giudizialmente constatato si rese confesso ed è convinto dalle deposizioni de' testimonj di avere preso parte alla ribellione di Brescia nel mese di Marzo dell'andante anno portando armi, di più egli è da vicino indiziato di avere cooperato all'omicidio commesso il 1.° Aprile del corrente anno sulla persona di Giuseppe Gorato. Lo si dichiara quindi reo del delitto di partecipazione alla ribellione armata mano, e lo si condanna alla pena capitale da eseguirsi colla forca. Si dichiara inoltre sospesa l'inquisizione riguardo all'imputatogli delitto di omicidio per difetto di prove legali a norma dell'articolo 39 del codice penale Teresiano.
Brescia, il 16 Giugno 1849.
Dall'I.R. Commissione Militare Inquirente
(L.S.) RODOLFO BREHM
Maggiore Preside.
(L.S.) WANBACHER
Capitano Auditore.
Questa sentenza venne approvata dal Comando Supremo d'Armata, con dichiarazione nel 29 Giugno 1849, e fu eseguita nei giorni 9 e 10 Luglio corrente.
Brescia, il 10 Luglio 1849.
BREHM Maggiore.
G. Venturini Tipografo Provinciale.