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AVVERTIMENTO AL LETTORE

Trovavasi già sotto i torchi la presente relazione, quando fu pubblicato il libretto di autore anonimo, stampato in Torino nel luglio p.° p.°, intitolato: I dieci giorni dell'insurrezione di Brescia nel 1849 . Trovai in esso molti documenti, specialmente dell'autorità militare austriaca e del Municipio di Brescia, che io non aveva potuto procurarmi, ed ho creduto bene di aggiungerli, come Appendice, infine al mio lavoro, potendo anch'io far testimonianza della loro verità.

Trovo in pari tempo di diffidare i lettori, che il suddetto libretto, sebbene abbondi di merito letterario, riporti con diligenza e verità gli eroici fatti di Brescia, e sostenga con dignità la di lei gloria nelle armi, tradisce però il di lei onore nel panio politico, volendo trascinarla alle pertinaci infamie del partito realista. Fortunatamente sussistono, a difesa dell'onore politico bresciano, dei fatti incontrastabili che bastano per sè stessi a smentirlo.

Ora dimanderò all'anonimo scrittore perché omise di riportare nel suo libretto il bollettino 29 marzo 1849 del Comitato di pubblica difesa, con cui veniva dichiarato traditore Carlo Alberto e tutta la sua dinastia? Perchè non accennò che quel giudizio del Comitato fu accolto per acclamazione dal popolo bresciano, perchè interprete del voto universale, assai pochi eccettuati? Perchè tacque il fatto delle bandiere rosse che furono spiegate in sostituzione delle tricolori, già stuprate dai tirannelli d'Italia? Che nel 1848, durante la debolezza e la cecità dei Governi provvisori, Brescia fosse quasi universalmente ligia a Carlo Alberto non si può negare, e lo si vedrà esposto anche nella mia relazione; ma è pure di verità che, dopo la concertata fuga di Custoza e molto più dopo la nefanda capitolazione Salasco, il grido del tradimento risuonasse in tutta la città, e Carlo Alberto ne


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