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un'armata insurrezionale di prodi, non si occuparono che nel disarmare il popolo, ed indurlo alla quiete con preghiere e minacce, nel licenziare gli armati delle campagne, e nel distribuire cariche lucrose ai parenti ed agli amici. Questi atti, indegni di un Governo surto dalle barricate, introducevano il malcontento nella città, e i buoni e veggenti cittadini non osavano porvi riparo col rimuovere con mezzi energici tali uomini dagli usurpati posti, per non urtare a quel sistema di fratellanza sul quale erasi inalberata la bandiera insurrezionale; persuasi d'altronde che di giorno in giorno dovessero dimettersi dal potere, concentrando il Governo Provvisorio di Brescia in quello di Milano.
Frattanto Carlo Alberto colla sua camarilla entrava in Lombardia, e con lui portava l'etere della discordia, che si diffondeva su tutte le province e penetrava insensibilmente nei cuori, scacciandone tutti i buoni sentimenti che vi dominavano. Sua precipua impresa fu quella di guadagnarsi le persone che stavano al potere, ed in generale tutti gli aristocratici, e li trovò facilissima preda, perchè parte per ignoranza, parte per malignità odiavano la repubblica, e trovavano d'altronde lusingata la loro ambizione nell'aspirare a qualche scranno di Pari del regno dell'Alta Italia.
D'allora in poi questi esseri, che pur si chiamano uomini, privati di tutti quei generosi sentimenti che caratterizzano l'uomo in società, abbracciavano e seguivano con rabbioso e superstizioso fanatismo la fede malvagia della casa di Savoia, le loro menti si rendevano schiave, i cuori insensibili; dessi non pensavano, dessi non sentivano che per quell'idolo che li aveva sedotti. Primo ed essenziale precetto di questa fede malvagia era l'eccidio dei liberali, e non vi fu eccesso a