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cui non si abbandonassero per adempire scrupolosamente a tale precetto. Per non dilungarmi in quest'argomento, che assunsi di tracciare succintamente, basti l'indicare che avevano sedotta ed organizzata una compagnia di persone del popolo onde percorresse la città col coltello alla mano a minacciare tutti quelli che spiegassero sentimenti repubblicani.
Povero popolo, come veniva tradito! Egli, che con tanto coraggio nel 22 marzo aveva combattuto per la libertà, per infernale raggiro usava delle stesse armi per comprimerla. L'infamia cada sui traditori!
Per compire la missione loro affidata da Carlo Alberto, non bastava a questi rettili del Governo Provvisorio introdurre la discordia nella città di Brescia; bisognava che avesse più estese fila per cancellare tutti i fatti eroici della Lombardia e far risaltare maggiormente che la sola àncora di salvezza stava in Carlo Alberto. Durante la rivoluzione Milano era l'idolo di Brescia, il motto insurrezionale era quello di imitare i Milanesi, la fratellanza reciproca si manifestava con tutta l'espansione.
Chi avrebbe detto che dopo pochi giorni i Milanesi fossero esecrati dai Bresciani, perchè dicevasi che quivi aveva centro il germe repubblicano?
Chi aveva prodotto sì fatale cambiamento nel popolo? I raggiri del Governo Provvisorio e di tutta l'aristocrazia.
Finalmente questi uomini ligi al re, loro malgrado rimettevano il potere nel Governo Provvisorio di Milano, niente dissimile da quel di Brescia; ma il mal germe rimaneva nei varii Comitati destramente costituiti di uomini seguaci per ignoranza della fede albertista, i quali continuavano ciecamente nell'intrapreso