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L'avvocato Saleri, uomo distinto per talenti, amato per la specchiata sua probità e filantropico sentire, e benemerito alla patria per i miglioramenti sociali che cercò mai sempre d'introdurre, forse per l'età sua avanzata o per troppa dolcezza di carattere, o fors'anco perchè oppresso da una crisi di famiglia cui era soggetto in quei giorni per grave malattia della moglie, che la conduceva poscia al sepolcro, mancava di quell'energia che si richiedeva per simile posto fra un popolo che divampava di furore insurrezionale.
Comunque fosse, la città tutta avea applaudito a tale nomina, per cui il prediletto Saleri, più per riconoscenza che per propria volontà, accettava il posto conferitogli, e pensava subito ad attivare la guardia cittadina per conservare il buon ordine e proteggere, come si diceva, la proprietà privata; perchè i gendarmi, per aver servito da sicari durante il terrorismo d'Haynau e di Appel, erano odiati dai cittadini, e col loro servizio gli avrebbero maggiormente irritati suscitando una sommossa. Anche il comandante del castello, dietro replicate istanze del Municipio, aveva convenuto nella misura di instituire tale guardia, ma accordava soltanto l'uso di arma bianca, promettendo egli stesso di consegnare quattrocento sciabole per l'armamento. Come è di solito però in tutti i comandanti austriaci, che hanno l'inganno a base della loro politica, ne consegnava soltanto quaranta. Tale instituzione in tal modo riesciva assai difficile ad effettuarsi, anche per la circostanza che pochi cittadini si facevano inscrivere, perchè la qualità dell'arma ed i servigi che loro venivano imposti per nulla si confacevano alla santa causa cui avrebbero voluto coadiuvare.
In tale stato di cose, una parte del popolo fremeva