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ma la brevità del tempo e gli avvenimenti che, come vedremo, si accavallavano e tenevano continuamente occupato il Comitato in operazioni di maggiore urgenza, non concessero che fosse compiuta quell'opera da lui pensata.
La fede politica abbracciata dal Comitato di pubblica difesa era quella che si comprende in queste due stupende parole: Dio e il popolo , e che, sebbene accanitamente perseguitata dai dispotici e dai moderati, non può essere compressa perchè appoggiata al Sommo Vero , ed anzi come la fede di Cristo si estende semprepiù, quanto più viene perseguitata, e ad onta degli ostacoli che va frapponendo la scaltrezza de' suoi nemici, salverà presto l'Italia e l'umanità intera. Precipua cura pertanto del Comitato era quella di armare il popolo, persuaso che, in mancanza di un esercito disciplinato, soltanto il popolo armato posto a fronte del nemico può fare prodigi.
In vista di ciò sceglieva giovani di fama popolare, ardenti d'entusiasmo, di mente svegliata ed alieni da qualsiasi privato interesse, per affidar loro le mansioni di maggior importanza, pubblicando il seguente:
IL COMITATO DI PUBBLICA DIFESA
Elegge e nomina in via d'urgenza le seguenti Commissioni:
Per l'organizzazione della Guardia nazionale, con incarico di sorvegliare l'esatto adempimento del servizio e la distribuzione delle relative paghe
I signori ingegnere Domenico Buizza,
Dottore Pietro Buffali,
Ingegnere, Camillo De Dominici,
Dottore Carlo Tibaldi;