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In questo momento ci è giunto un proclama del generale insurrezionale Camozzi, il quale annuncia che la città di Bergamo ha digià ottenuta vittoria del presidio nemico. Domani sarà qui in nostro sussidio. I Bergamaschi usarono di ogni mezzo di offesa; sassi, tegole ed altri effetti venivano scagliati dalle finestre e dai tetti. Sarete voi meno di loro? No, per Dio! Brescia sceglierebbe la tomba in confronto del disonore. Secondate pertanto gli sforzi del Comitato, e la città sarà salva.

Unione - Costanza - Ardire.

Firmati CASSOLA - CONTRATTI

Questo proclama veniva accolto con grida di gioia dai cittadini, in cui l'entusiasmo era giunto al colmo, e festanti attendevano che il tocco della campana dasse il segno dell'all'arme. Si rinforzavano i posti alle porte della città. La notte però passò tranquilla. Nello stesso giorno 26 l'avvocato Saleri, oppresso dalla malattia e dalle disgrazie di famiglia già enunciate, rinunciava al posto di dirigente il Municipio, ed il dottor Sangervasio che faceva le sue veci, dichiarava che colla rinuncia dell'avvocato Saleri cessavano anche le sue attribuzioni, non essendo che un incaricato del medesimo. Si riuniva perciò un Consiglio per rimpiazzare il posto lasciato dall'avvocato suddetto.

Tutte le vicende finora narrate non bastavano a convincere il Municipio che la città fosse in ribellione, e che non v'era più transazione da fare col nemico, ma che la questione dovesse decidersi colla ragion del più forte. Egli si riconosceva ancora suddito di Casa d'Austria, pubblicando il seguente


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