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guarnigione, come se egli trovasse più sicure le vite e le proprietà in mano ai Croati, che non affidandole al generoso popolo bresciano. Evviva il Municipio!
Ove il Comitato di difesa avesse creduto di piegare il collo alle disposizioni prese dal Consiglio municipale, la di lui coscienza politica ed il di lui onore non gli avrebbero permesso di conservarsi in posto, perchè con poteri limitati e dipendenti non si provvede alla difesa di una città ribellata, assalita da un esercito al di fuori e bombardata dalla guarnigione del castello nell'interno; ma sicuro ormai del voto della nazione (meno i pusillamini), che faceva eco alle sue disposizioni di guerra, non fece alcun calcolo del conchiuso votato da trentotto uomini, quasi tutti partigiani dell'aristocrazia o della paura; e infatti cosa sono pochi illusi in confronto di un popolo intero? Molti cittadini della più scelta gioventù, indignati di un tal procedere del Municipio, eransi presentati al Comitato, eccitandolo ad agire indipendentemente dal medesimo, mostrandosi anche pronti, ove il Comitato lo avesse creduto opportuno, di fare una dimostrazione contro lo stesso Municipio, onde fargli conoscere che non dovesse ingerirsi ulteriormente nei destini della città. Il Comitato faceva loro conoscere la sua determinazione di volere con ogni mezzo possibile difendere la città, ma che d'altra parte si lasciasse pure che il Municipio tenesse la sua via della legalità, che per nulla nuoceva ai progetti del Comitato stesso, il quale in via di fatto agiva con poteri illimitati, siccome inerenti alla sua destinazione, e che perciò non potevano essergli scemati. Rifletteva d'altra parte che il cittadino dottore Girolamo Sangervasio, uomo di mente giudiziosa e di cuore patriottico, al quale erano stati dal Municipio concentrati tutti i po-