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ranza di liberarsi senza sacrificii dalle baionette austriache (1).
Nello stesso mattino, si pubblicava pure il seguente proclama:
COMITATO DI PUBBLICA DIFESA.
Brescia, 31 marzo 1849.
Riesce spiacentissimo il vedere quasi tutte le porte delle case chiuse quando la prode Guardia Nazionale di città e di provincia sta respingendo il nemico alle barricate. Come mai ponno esistere esseri dominati da tanto egoismo e privi d'ogni sentimento amorevole verso i suoi simili, da chiuder loro le porte in faccia mentre espongono il loro petto alle palle nemiche per la comune causa dell'indipendenza, ed impedire così ad essi un rifugio, nel caso che esuberante forza d'impeto nemico, superata qualche barricata, portasse la guerra nelle contrade? Guai a quel cittadino che, dopo la pubblicazione del presente non aprisse il portello non solo, ma anche gli usci degli appartamenti onde i nostri prodi possano all'evenienza ripararvisi ed offendere il nemico dalle finestre. Colui sarebbe dichiarato traditore della patria, ed oltre l'esecrazione universale, verrebbe da apposita Commissione condannato al pagamento d'una gravosa multa.
Si ripromette il Comitato che chi racchiude in petto
(1) A probabile che quel bollettino sia stato stampato a Torino, perchè quivi fu stampato l'altro che circolava nell'esercito piemontese nei momenti della lotta, concepito in questi termini: Piemontesi, per chi vi battete? Il re è tradito. A Torino fu proclamata la repubblica.
(Nota dell'autore.)