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correndo intorno alla città, andavano predicando che si dovesse risparmiare la munizione, facendo conoscere agli armati l'inganno in cui venivano colti, ed esortavanli ad attendere che il nemico si avvicinasse onde poterlo distruggere; ma come dirigere e far obbedire una massa disorganizzata, che non ascoltava che il Proprio istinto di sfogare la rabbia contro l'Austriaco con delle fucilate?

Molti pregavano perchè si volesse lasciarli uscire di città per combattere in campo aperto quei bersaglieri che non volevano avvicinarsi; ma il Comitato di difesa non volle mai accondiscendere al sacrificio, cui volevano esporsi i più coraggiosi, fatto calcolo del vantaggio che hanno in campo aperto truppe disciplinate ed ammaestrate, in confronto di una massa di popolo che non può contraporre che il proprio coraggio.

Frattanto che all'ingiro delle mura si scambiavano in tal modo le fucilate, con poche vittime da entrambe le parti, il corpo principale del nemico erasi appostato a porta Torrelunga, la quale offre un ampio viale per penetrare in città, difeso soltanto da un cancello di ferro. Forti barricate eransi costrutte in quella località, ma come poterle difendere con dei fucili contro l'azione dei cannoni. Il nemico dapprima non agiva che con questi, tenendosi a tale distanza per cui coi nostri fucili non le si poteva nuocere. Un cannone specialmente di grosso calibro struggeva come folgore tutto quanto incontrava. Nello stesso tempo tutte le bombe del castello erano dirette in quella località. I nostri poveri armati pertanto si trovavano fra una grandine di bombe e palle di cannone senza poter reagire colle loro armi, Era uno spettacolo veramente desolante e solenne nello stesso tempo; il vedere quei prodi difensori che,


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