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to in inganno e sacrificare persone che amano del più intenso amore la patria. Infatti, ingannato il popolo dalla malvagia dottrina dei realisti, l'anno scorso considerava come spie tutti i repubblicani, e molti di essi si trovarono in grave pericolo di essere sacrificati; eppure i repubblicani erano i più leali amici del popolo, i più indomiti campioni della causa d'Italia. Tanto può l'inganno sulla fragile mente umana. Questa volta però il popolo aveva colpito nel segno, e quelli che caddero sotto i colpi dell'ira sua tremenda erano veramente sicari del dispotismo.
Frattanto i capi delle colonne e molti altri cittadini armati eransi riuniti al locale del Comitato di difesa per trattare sul partito da prendersi. Partendo sempre dalla base che gli Austriaci dovessero abbandonare la Lombardia in conseguenza dell'armistizio Chrzanowski, fu conchiuso che si riunissero insieme tutti gli armati che si potevano, e con impeto si uscisse da una porta della città, ritirandosi sui monti, per salvare così una grossa colonna d'armati alla causa nazionale. Occorrevano i mezzi per mantenere queste truppe, e si rivolsero perciò ai rappresentanti il Comitato di difesa, che, deposta la penna ed afferrato lo schioppo, eransi uniti a quegli armati; ma dessi rispondevano che, essendosi già dimessi dalla loro carica, non potevano più disporre del denaro esistente nella cassa del Comitato. Gli armati allora, per lo scopo accennato e per non lasciare quel denaro in preda al nemico, ruppero l'armadio e la cassa, e si impossessarono della somma contenuta, credo circa trentamila lire. Parte di quel denaro fu posto sotto custodia del prete Mor, che stava a capo d'una colonna, altra porzione veniva consegnata a certo Cattaneo; il resto ignoro a chi venisse affidato, non essendomi trovato presente a tale scompartimento.