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quelli che potevano reggersi in piedi, si fecero un riguardo di approfittare di tanta bontà di quel generale, e con pericolo della vita si evasero.
Ben maggiore fu il numero dei nemici che dal valore bresciano furono precipitati all'erebo a scontare l'enormità dei loro delitti. Giusta una nota che lo stesso comando militare presentò alla Delegazione di Brescia il 17 aprile, sarebbero stati uccisi un generale (Nugent), due colonnelli, un tenente colonnello, tre capitani, ventinove ufficiali e millequattrocento e settantasette soldati.
Trovavasi pure in pericolo l'aiutante di Nugent, e si contavano ancora almeno seicento feriti.
La potenza delle barricate produsse tale divario di vittime fra le due parti belligeranti.
Nello stesso giorno 1.° aprile, dopo la capitolazione di Brescia, arrivava in vicinanza alla città il generale Gabriele Camozzi colla sua colonna di cinquecento giovani all'incirca. Ignorando egli la resa, perchè nessuno poteva uscire a portar tale notizia, e perchè erasi continuato il fuoco tutta la mattina, si univa ai corpi-franchi che, come accennammo, eransi ritirati sulle alture a qualche distanza da Brescia, e concertava con essi un moviniento verso la città appena fosse ripresa la lotta nel successivo mattino. Durante la notte disponeva un posto avanzato ad Ospedaletto del Mella, cascinaggio distante due miglia della città, ed il corpo principale sulle vicine alture di Torricella, Fantasina ed altre. Sia però che le sentinelle che erano state avanzate fino al ponte del Mella venissero sorprese all'improvviso e non avessero avuto campo di dare l'allarme, sia che per la stanchezza del viaggio quegli armati si trovassero in profondo letargo, e non avessero avuto campo di mettersi in parata, il fatto si è che quel corpo di Ospeda-