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Io mi darò somma cura di ristabilire nella città l'ordine e la legge, e non ritornerò colle mie truppe se non quando l'avrò consegnata al feld-maresciallo barone AppeI il quale deve entrare in Brescia al giorno 2 d'aprile. Tengo frattanto occupate le porte con forte guarnigione, e non lascio sortire alcuno per ottenere possibilmente l'arresto dei capi della rivolta.
In prova dello spirito che dominava nella città unisco alcuni proclami emanati dall'autorità.
B. HAYNAU.
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PROCLAMA.
Partite le Imperiali Regie truppe pel Ticino, la città di Brescia con baldanza insolente si mise in ribellione, usò violenze agli II. RR. Militari qui rimasti, ímprigionandoli e maltrattandoli, si armò e ammise entro le sue mura masnade armate della provincia e fece tutti i preparativi ad una difesa ostinata contro l'I. - R. Militare
Invece che il terrore d'un bombardamento l'avesse indotta di desistere dal suo procedere insensato e di ritornare al suo dovere, s'organizzò nella città la resistenza sotto la direzione d'un apposito - Comitato di pubblica difesa - e colla diffusione delle notizie le più assurde di sventure sofferte dall'armata imperiale, s'eccitò ad una perseveranza generale pertinace.
Sono accorso per domare la città ribelle e punirla per la ripetuta sua ribellione verso l'I. R. Governo.
Nonostante la prolungazione di due ore chiesta e da me accordata, il termine posto alla città per la sua resa a discrezione, non servì ad altro che di vie più fortificare la difesa della città coll'erigere di nuove barricate, e il termine scorso fu annunziato con un generale suonar a stormo.
Nulla di meno ritenni ancora per alcune ore gli ordini per l'assalto della città nell'aspettativa che questa desisterà dal suo procedere insensato.
Poichè dopo un breve bombardamento, fatto come avvertimento, non si eseguì ancora la Commissione, la città dopo una resistenza disperata fu presa d'assalto dalle valorose mie truppe.
Eccitati dalla micidiale lotta nelle contrade alla più grande