Lo vidi la prima volta nell'aprile del 1878, allorquando giunse a Parigi come Commissario della Sezione italiana all'Esposizione Universale di quell'anno: lo conobbi, avendo egli condotto con sé, come segretario particolare, l'ingegnere Alessandro SeismitDoda figlio dell'allora ministro delle Finanze del quale ero stato condiscepolo al Politecnico di Milano; e trovandomi a Parigi da un anno e mezzo, mi recavo nelle ore di libertà alla sede del Commissariato per essergli di guida nelle visite della città: di qui la presentazione mia al Correnti.
A dire il vero, avevo provato quasi una delusione, rispetto alla figura marziale che mi ero composto nella mente, leggendo gli scritti patriottici del Correnti fra il 1848 e il 1859, intesi ad affrettare quella liberazione di Milano dallo straniero, che rimane uno dei più cari ricordi d'infanzia: vedevo invece una persona piuttosto piccola, grassoccia, dalla capigliatura spiovente, una figura quasi borghese, se dall'occhio tur