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melanconica e lo sguardo inerte, si rassegnò alla sequela dei discorsi: poi si mosse per visitare, in testa al corteo, le sezioni straniere o meglio passarne in rapida rivista le svariate e variopinte facciate. Essendo il tragitto in sensibile discesa sino al ponte sulla Senna, il corteo prese una andatura che il Correnti non poté assecondare: il disordine inevitabile in simili circostanze contribuì a tagliar fuori dal corteo il nostro Commissario, che trafelato giunse appena in tempo per ossequiare il Presidente della repubblica, davanti la sezione italiana.
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Una sera, recatomi dall'amico Alessandro, notai un insolito movimento nella sala da pranzo del Correnti: alle ore dieci di quella sera, il Presidente MacMahon avrebbe ricevuto all'Eliseo tutte le autorità, assieme ai commissari delle nazioni espositrici. Dopo il sempre frugale pasto, il Correnti si attardava nella sua poltroncina, in procinto di assopirsi. Vedendomi, disse: Veda, Beltrami, in quale condizione mi trovo! Infatti, l'amico Alessandro e i famigliari si affaccendavano intorno a lui, per adattargli le decorazioni, i collari, le fasce, tutto l'armamentario per il ricevimento ufficiale: fra le varie decorazioni che lo opprimevano, il Correnti mi additava quella della Rosa, non ricordo se del Portogallo o del Brasile, per