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la quale dimostrava uno speciale compiacimento. Come fu bene allestito, con richiamare la Madonna di Loreto, i famigliari lo decisero ad alzarsi; passandomi vicino, egli mi dardeggiò uno sguardo che implorava un poco di pietà per la "corvée " che doveva affrontare e mi disse: Beltrami, venga con me; potrà fare un buon tratto di strada nella mia vettura. Sul momento non pensai alla imprudenza di accettare l'invito: ma quando fui nel vestibolo, e da una parte il portiere mi passò il modesto e borghese cappello di paglia, dall'altra vidi la carrozza a due cavalli, col funzionario che i turchi chiamano dragomanno, seduto di fianco al cocchiere, esitai a mettere il piede sul predellino.
Salga, presto! disse il Correnti.
La vettura partì di buon trotto. Vicino a tanto scintillio di chincaglieria onoraria, coll'anzidetta paglietta vergognosamente serrata fra le mani, pensavo allo scampo che avrei potuto trovare nel non breve tragitto: fatalmente, cominciò a preoccuparmi la curiosità del pubblico che gremiva le strade adiacenti all'Eliseo, il doppio cordone di truppa disposto lungo la Rue S.t Honoré tolse ogni possibilità di scappatoia. La vettura, fra lo squillar delle trombe e il " portez armes " del picchetto di guardia, infilò il grande arco d'ingresso dell'Eliseo, e fatto il mezzo giro dell'ampio cortile, si arrestò davanti la scalinata d'onore, sfolgorante di luce.