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Cesare Correnti, sceso con l'aiuto del suo funzionario mi disse: Ed ora, tenga la carrozza a sua disposizione sino a mezzanotte, quando dovrà venire a riprendermi.
Compiuto l'altro mezzo giro, la vettura ripassò davanti alla guardia, che ripetè il
" portez d'armes "; questa volta dedicato soltanto alla mia persona, e alla modesta paglietta colla quale mi trovai in obbligo di ricambiare alla meglio, il saluto militare.
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Questa amicizia di Cesare Correnti mi offriva, due anni dopo, l'occasione e il modo di avere da lui un breve scritto, che se non fu l'ultimo, doveva essere uno degli ultimi suoi. Nell'imminenza della Esposizione nazionale di Milano, indetta per il maggio 1881, il gruppo dei giovani fondatori della rivista " Vita Nuova " che aveva vissuto un paio d'anni di baldoria letteraria aveva deciso di pubblicare un volume dedicato a " Milano e suoi dintorni ". Mi ero impegnato, non solo ad illustrare il volume ma a procurare uno scritto del Correnti: poichè allora l'esser giovani e scapigliati non impediva di ricordarsi dei vecchi, e di sentire il bisogno di raccoglierne il pensiero. Per avere l'articolo, che vi desiderava di mettere in testa agli altri, si dovette vincere, colla insistenza quella pigrizia che lo stesso Correnti definiva " privilegio dell'esser vecchio ": l'articolo giunse ap