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pena in tempo per essere messo in coda, col titolo di Palinodia, avendone il Correnti ricavato lo spunto dalle nostre bozze inviate a Roma per ricordare la promessa. Quello scritto coronò degnamente le nostre " monellerie " come il Correnti definiva i nostri articoli, pieni di giovanile audacia innovatrice: tanto ch'egli volle richiamarci la canzone del matricolino di Goethe:
" Onnivivente gioventù! non v'era
Prima di noi, che il sordomuto inverno:
Sol con noi cominciò la primavera ".
Illusione ottica, che si ripete regolarmente, di generazione in generazione. La chiusa della Palinodia era una invocazione scritta dal Correnti e " stampata quando si brandiva la penna come una spada " ed egli osservava: " già, tanto e tanto, nessuno si ricorda più, nè della Sentinella morta, nè del libro perduto, e posso rubarmi a man salva ".
" E tu Milano, madre mia, lasciatelo dire: Tu non hai fiume che ti lavi, e se fu non resti la più civile, diventerai presto la più villana delle città. Tu non sei consolata da vaghi prospetti suburbani, da sublimi orizzonti, e però se non ti conserverai il Santuario delle arti belle, se non sarai un ateneo di buoni studi, se non ti farai officina di sapienti industrie, " diventerai un cascinale celtico soffocato dalle