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siepaglie e dagli spineti: tu sei in mezzo ad una natura sonnacchiosa e uniforme, e però se non serberai viva la fiamma delle grandi tradizioni e dei grandi sagrifici, le nebbie della bassa ti filtreranno nelle midolle e ti annacqueranno il cervello.
Tu non sei il beniamino della fortuna, o Milano! guai a te, madre mia se non t'incoroni di virtù ".
Poichè, per Milano il Correnti nutrì sempre viva devozione filiale, sebbene egli scrivesse che " volta e gira Torino e Firenze, Parigi e Roma mi pare di aver perduto il filo della memoria meneghina": nel fatto, egli seppe nella stessa circostanza di quella Esposizione del 1881 essendo richiesto di collaborare in altra pubblicazione occasionale riassumere nella " Conclusione " che corona i quattro volumi " Mediolanum " la visione chiara, completa della città natìa, delle sue origini, e vicende, delle sue caratteristiche, pregi e difetti; conclusione densa di cognizioni etnografiche, osservazioni fisiologiche, ed intuizioni, che meriterebbe di essere rievocata anche per lo stile conciso, scorrevole, attraente. Ed egli ricordava di quello scritto risalente alla dominazione straniera l'elogio di Milano a traverso la Storia:
" Qui per la prima volta la croce fu piantata davanti il pretorio: qui per la prima volta sventolò fra le aquile romane il Sacro Labaro, che diven