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amavano piuttosto cader sopraffatti dalla forza, che darsi vinti alle minaccie de' pericoli. Eroico pudore, che è ancora una protesta della libertà umana contro la forza brutale, e che alla vittoria de' violenti toglie il trofeo più ambito, l'umiliazione de' vinti.
In sullo scorcio del medio evo Brescia era venuta per dedizione spontanea sotto il patrocinio di Venezia, che con arte romana raccoglieva allora d'intorno a sè le reliquie del partito guelfo in Lombardia. Ma nè l'età più mite, nè il blando e cauto reggimento dei patrizii ammorzarono i fieri spiriti di Brescia, la quale quando tutta l'Europa congiurò a Cambrai contro la fortuna d'Italia rinascente in Venezia, si levò audacemente a difesa del vessillo a cui si era devota, e tiratasi addosso tutto lo sforzo dell'esercito francese, colla sua gloriosa ruina salvò a Venezia l'amore dei popoli e il rispetto degli stessi nemici. Nè forse parrà frutto di poetica fantasia il notare, come ogni volta che Brescia cade vittima volontaria della sua devozione alla causa nazionale, essa, espiando gli errori e le colpe del passato, propizia col suo sagrificio l'avvenire. Enrico VII espugnando Brescia perde quel fascino d'eroe pacificatore, con cui aveva cominciato a mansuefare la reluttante Italia: Gastone