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perchè in poche settimane furono annodate infinite corrispondenze coll'interno di Lombardia, e si vennero formando lungo il confine molti Comitati, ove i profughi di maggior seguito e i più operosi raccoglievansi a dare in comune il miglior indirizzo alla vasta cospirazione, che doveva dar vinta in tutta Italia la seconda guerra dell'indipendenza. La provincia bresciana rispose più animosa e più concorde delle altre all'invito de' fuorusciti e del governo piemontese, e, non che aver bisogno di stimolo, mostrò di correre con tanta volontà incontro a' nuovi pericoli, che a Torino temevasi sempre da que' popoli infuocati qualche precipizio fuor di tempo. Ma la forte prudenza veramente fu pari all'ardore. Nè mai le spie dell'Austria seppero fiutare ove mettesse capo quella rete, che, se le forze pubbliche e regolari non avessero fatta si misera prova, avrebbe presi tutti ad un colpo gli oppressori d'Italia.

Nel cuor del verno adunque chi tenea in Brescia il filo di sì vasta trama, sovvenuto da alcun poco di danaro, cominciò diligentemente ad avviare, per un giro lunghissimo di valli e di monti, i disertori ed i coscritti verso il Piemonte, affinchè ingrossassero le file di quella divisione, la quale, conservando il nome di lombarda, era simbolo della


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