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a cui per verità mal volentieri lasciavansi tirare il Saleri ed altri ottimi cittadini, che riuscendo nuovi nella pratica e diffidenti, guardavano piuttosto all'incolumità del loro Municipio, che all'insolita disciplina d'una guerra insurrezionale. E forse sarebbesi fatto più manifesto il dissentimento tra quelli che volevano aspettare, e quelli che volevano prevenire i fatti terminativi della guerra, se gl'Imperiali, non sapendo dissimulare la nuova paura, nè deporre l'usata oltracotanza, non avessero soffiato nell'incendio che minacciava di riardere.

Il giorno 22 leggevasi affissa pei canti della città un'esortazione ai cittadini, che convenissero il dì appresso a mezzogiorno sotto la loggia: non dicevasi nè da chi, nè perchè: e tanto più ne erano scosse le fantasie. Il Comitato segreto, avuto, come dicemmo, l'ordine di rompere il ghiaccio pel 21, non voleva altri indugi. Il Municipio, vedendosi disarmato e incerto, e i tempi ingrossare, chiedeva al Comando della piaz. za autorità d'armare una milizia civica, e ai suoi compatriotti soccorso d'opera e di consigli. La mattina del 23 il Comando militare promise duecento sciabole, e assentì che 400 cittadini, ricambiandosi quelle armi innocenti, guardassero la città; ma chiese insieme che gli si numerassero in sull'atto


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