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mostrando quanta era stata infino allora la virtù segreta di Brescia portendeva nuovi miracoli.
Gli Austriaci intanto pareva che a disegno irritassero quelle forti nature e volessero, così rintanati com'erano dietro i baluardi e i cannoni, comportarsi con baldanza da vincitori e durezza da padroni. Erasi la soldatesca chiusa in castello, inutile arnese di guerra in una rossa campagna e contro giusti eserciti, ma formidabile ad una città inerme. Napoleone, che, fosse senno o disprezzo, non temeva sommosse di popolo, aveva ridotto il castello di Brescia, come molti altri di Lombardia, ad uso di caserma. E così rimase fino al 1848, quando Radetzky, tornando vincitore degli eserciti là donde era stato cacciato dai popoli, fece restaurare tutti gli antichi nidi della tirannide municipale o spagnuola: e fra gli altri diligentemente racconciò il castello di Brescia, che, sortendo dalla parte più alta, sta proprio in sul collo della città. E però in brevi giorni furono rinfiancati i terrapieni, vuotate le fosse, schiusa di nuovo una strada coperta che metteva fuori di città, e armate le vecchie mura del colle Cidneo con 14 grossi cannoni. Rimasta la città senza presidio, quel sito inespugnabile ad una folla tumultuaria e sprovveduta d'artiglieria