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rona, ed a concedere un poco di respiro ai soldati affranti dalla marcia. Dopo due ore gli Austriaci trassero ordinatamente contro S.ta Eufemia, grossa borgata che siede appiè dei colli poco presso di due miglia lungi da Brescia, e chiude il bivio che dall'un capo mette a Rezzato e per di là sulle postali di Verona e di Mantova, dall'altro guida nelle valli. I più animosi drappelli di cittadini e dei disertori si erano appostati e asserragliati in S.ta Eufemia deliberati a difendervisi, ed a ripulsar coi fucili e colle baionette le artiglierie nemiche. Arditi bersaglieri si distendevano a catena per la montagna, da una parte verso il piano, e dall'altra in sui monti di Cajonvico, ad impedire che gl'Imperiali circuissero il borgo: un piccolo corpo di riserva era stabilito a S. Francesco di Paola, che sorge a mezzo cammino tra Brescia e S.ta Eufemia, dove i colli serrandosi alla strada la rendono più difendevole. Poco prima del mezzodì gli Austriaci aprirono il fuoco, e s'avventarono più numerosi contro la sinistra dei Bresciani, sperando forse trovare mal difese le alture, che comandano quella posizione. Ma in quel primo scontro fu miracoloso il coraggio dei nostri, i quali, bensì sottili di numero e nuovi alle arti del combattere, ributtarono i Croati e li avrebbero inseguiti colla baionetta