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in resta sino al piano, se non si fosse opposto lo Speri. giovane animoso che comandava quel pugno di bravi. e che ad una rara intrepidezza congiungeva perspicacia naturale, e qualche esperienza militare. Gli Italiani lietamente combattevano, e morivano lietamente. Un Raboldi, all'aprirsi del fuoco, colto da una palla austriaca nel petto, spirava dicendo: Me fortunato! ho l'onore di morire pel primo sul campo di battaglia! e raccomandava al capitano che non dimenticasse di scrivere primo il suo nome. E il mio, secondo! gridava un altro cadendo, squarciato il ventre dalla mitraglia, e i compagni che gli si affaccendavano intorno l'udirono mormorare fino all'ultimo sospiro: Viva l'Italia! Viva la guerra! Un terzo, pericolosamente ferito, rifiutava con tenero disdegno i soccorsi dei commilitoni, e li ricacciava al fuoco dicendo: Ben è assai che manchi io; ma non comporterò mai che quattro sani per cagion ama lascino il posto,
Questi magnanimi esempi, e la persuasione che in tutti era saldissima di combattere col favore del cielo e per la giustizia, infiammarono i nostri per modo, che più volte lo Speri fu costretto ad esortare e comandare che più cautamente procedessero. Mostrando loro come i bersaglieri nemici s'acquattassero dietro gli alberi e le siepi, li