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mitato di pubblica difesa a chieder soccorsi e munizioni, e n'ebbero invece comando di ritirarsi ordinati, molestando e contenendo più che fosse possibile il nemico.

I nostri non sapevano risolversi a voltar le spalle, e però raccozzatisi nelle vie di S.ta Eufemia, duravano alle prove; allorchè sopravvennero i bresciani Pallavicini e Rossa col dott. Löwestein capomedico militare, mandati dal Comitato di difesa al generale Nugent a scandagliare con quali intenzioni ei venisse sopra la città. I parlamentarii senz'altro pensare, e senza indettarsi collo Speri, che reggeva la difesa del borgo, levarono bandiera bianca. Di che ne venne, che gli Austriaci, infino allora tenuti in rispetto dal fermo contegno de' nostri, visto quel segnale e avutolo per indizio di sommissione, trassero avanti a passo di carica, e occuparono in massa la maggior contrada, tanto che i Bresciani dovettero salvarsi per le case e in sui tetti, continuando pur tuttavia il fuoco. Ma lo Speri, considerando che non era onorevole lasciare a' nemici neppur l'apparenza di una vittoria, e a niun patto volendo abbandonare il borgo come preso a forza, inalberato un fazzoletto bianco sulla spada, con estremo pericolo della sua vita, e non senza toccare alcuna ferita, si mise tra i nemici chiamando


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