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stutzen , li appostò all'alba del giorno 28 in sul pendio dei Ronchi, e sulla torre del popolo, d'onde quasi non partiva colpo che non atterrasse in sugli spalti del castello o sentinella o cannoniere. Di che infuriava il Lehske, e mentre faceva in fretta lavorare ai parapetti, che mettessero i suoi al coperto, minacciava di nuovo delle sue bombe la città.
Ma dalla parte di Santa Eufemia i nemici procedevano rimessamente. Appena si vedevano venire con ogni cautela drappelli di Croati verso le mura, i quali ritraevansi alle prime fucilate, poi riapparivano di nuovo, e di nuovo andavano in volta. Onde nei nostri nacque l'opinione che gli Austriaci si ritirassero; e per conseguenza il pensiero di inseguirli. Ma lo Speri, che avea occhio sicuro, da più indizii era stato condotto a pensare che quella peritanza dei nemici non fosse altro che un'industria per tener i nostri lontano dalle mura, e averne buon mercato in rasa , campagna. E però, ne scaltri i suoi, confortandoli a rimanersi dietro le barricate, ove non poteva nè l'arte, nè la forza dei nemici. Ma a molti parve che, insidia o non insidia, si dovesse sortire, dacchè prosperamente si era combattuto anche il giorno innanzi all'aperto. E però, contro le preghiere ed i comandi del