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dove due giorni prima avea con tanta durezza accolti i messi del Municipio e posto loro termine quattro ore a pentirsi e chieder mercè, si trasse innanzi ad incuorare i soldati: e mentre stava accennando che si avanzasse un cannone, e si puntasse contro gl'infuriati Bresciani, cadde ferito d'un colpo che in pochi giorni lo trasse a morte. Gli Austriaci, portandosene il ferito loro generale, abbandonarono S. Francesco; e i nostri dietro gridando: Avanti, avanti, a Santa Eufemia! E sì forte e sì concorde era il grido, e tanto l'impeto, che nè lo Speri nè altri valsero per ragione o per autorità a dissuadere o fermare quella mossa dissennata. Allora i più avveduti, per non far peggio, in tutto si disposero d'ajutare quello che impedir non potevano, se mai la fortuna volesse, come spesso suole nei fatti di guerra, premiare gli errori della temerità. E però gittaronsi in Santa Eufemia, e mentre si stava gagliardamente combattendo per le contrade, commisero ad un Taglianini, giovane soprammodo intrepido, che salito sul campanile suonasse a stormo; e mandarono messi ai Botticini, a Rezzato, a Cajonvico: pensando che se le campagne si fossero levate a rumore, gli Austriaci, che non erano moltissimi, e che già stavano in grandissimo sospetto di qualche vespro, avreb