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girando Santa Eufemia, era sboccata in sull'altra estremità del borgo, trovossi a disperato partito, come quella che aveva alle spalle tutte le forze di Nugent, nè poteva aprirsi il cammino se non espugnando il paese, già venuto in mano agli Imperiali. Perciò lo Speri si gettò co' suoi in sui colli, per vedere se con più lungo giro, e con una deliberazione strana e forse non preveduta dai nemici, potesse uscir loro di mano. Ma pare che la mala ventura lo portasse invece a dar di cozzo in quel mezzo battaglione, che Nugent aveva appostato in riserva, per modo che alla difficoltà della salita s'aggiunse ben tosto un fuoco di carabine, sì fitto, incessante e crescente, che due terzi dei Bresciani ne restarono morti o feriti in sul luogo. Gli altri, respinti alle falde, si volsero senza smarrirsi verso il borgo, e, benchè non giungessero alla decina, tentarono di attraversarlo colla baionetta in resta. La calca dei nemici gli oppresse; cinque furono presi vivi, e poco stante fucilati: gli altri morirono combattendo. I feriti, stesi al suolo o accoccolati, stavano aspettando coll'armi in pugno che i predatori nemici si avvicinassero, ferivano una volta ancora, e morivano. Di cinquanta, che erano collo Speri, egli quasi solo potè trarsi a salvamento dopo aver adempiute le parti


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