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seguír quella bandiera, che il vittorioso Piemonte avrebbe inalberata. E se in questo bando molte cose si ponno appuntare, e principalmente l'avventatezza con cui si affermavano e si narravano a parte a parte eventi immaginarii o malcerti, non si troverà però in esso indizio di quell'ira implacabile di fazione, che non ha rispetto alcuno alla necessità dei fatti. Anzi ci par vedere che a questa necessità credessero ubbidire i duumviri, quando proclamarono a Brescia una sentenza, che l'incerta fama divulgava già proclamata a Torino ed a Genova dal popolo, dall'esercito e dal Parlamento.

Ad ogni modo i Bresciani, benchè moltissimi fra loro si fossero mostrati teneri di Re Carlo Alberto e favoreggiatori del Regno dell'Alta Italia, non si lasciarono volgere dalle strane novelle a vanità di giudizii; che veramente le bombe austriache toglievano la voglia di cianciare e i migliori se ne stavano in sulle mura e per le barricate, e loro bastava sapere che l'esercito piemontese vincesse: ciò che facilmente, parlando di un sì numeroso e magnificato esercito, avevano diritto di credere essi, che pochi e debolmente armati avevano già presa esperienza della vittoria. Il fuoco era ricomiciato in sul mezzodì assai


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