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mattino ricominciarono le fucilate: le colonne volanti del nemico inquietavano tutti i sobborghi: ma lo sforzo maggiore era a porta Torrelunga, ove sei grosse compagnie di fanti, gente fresca e ben in punto, facevano prova di stendersi sotto le mura, e di congiungersi colla guarnigione del castello. Ma il fuoco spesso e giusto dei cacciatori bresciani, che stavano intorno alla porta, ruppe quel disegno: tanto che gl'Imperiali dovettero pigliar altro partito, e salire in colonna sull'erta dei Ronchi per imboccare poi con lungo e faticoso giro alle spalle del castello. Il che non riuscì loro nè subito, nè senza sangue: perchè prima cozzarono colla banda del Boifava, la quale fatta quella poca di resistenza che le concedeva il numero sottile e la scarsità delle munizioni, si ritrasse ordinata ed intiera verso le parti più aspre della montagna; poscia, nello scendere dai Ronchí per venire verso la porta di soccorso del castello, ebbero a sostenere, quasi scoperti, il fuoco de' cittadini, che dalle mura e dal torrione della Pusterla sicuramente li tempestavano, e più fiate li costrinsero a dar volta. Certo è, che se Brescia avesse avuto un solo cannone, mai il castello non avrebbe potuto essere soccorso, nè occupati i Ronchi, nè presa la città se non da un esercito troppo più


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