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e i bastioni. Ma tanto era il furor de' Bresciani e sì fermò in loro il proposito di morire, che nè comandi nè preghiere potevano indurli alla ritirata; e molti rimasero e caddero al loro posto: fra i quali ricorderemo Cesare Guerini, giovane soave di forme e d'ingegno, che ferito in un ginocchio sarebbe venuto in mano degli scannatori, se non era altro giovinetto appena quindicenne, e d'umile condizione, il quale non potendo vedere, come ei diceva, morire quel buon signore in mezzo al nemici, tornato sui suoi passi tra il grandinar delle palle e quasi d'in sulle bajonette austriache levò di terra il ferito, e caramente recatoselo in collo lo trasse dietro le barricate. Codeste prove d'eroismo passionato consolavano i cittadini, e gli innamoravano di morire; come si poteva vedere ne' feriti, che quasi tutti giungevano allo spedale gridando gloria a Brescia e viva all'Italia! Ed uno di essi, che mentre era portato per le vie sentiva donne compiangerlo e muover lamenti, e che? sclamava credete voi che alla guerra si vada a scambiar baci? State allegre, gridate viva l'Italia, e lasciate piangere i Tedeschi.
Intanto la brigata di Nugent, rotta la barricata di porta Torrelunga, si rinversava in città e mentre una colonna correva a pren