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fumo e colle faville quel viluppo d'orribili e pietosi suoni. Dinanzi a siffatto spettacolo levossi taluno chiedendo gravemente se rimanessero armi, combattenti, munizioni e speranze. Rispose il Comitato di difesa: non essersi perduto un fucile: pochi dei combattenti caduti, e quei che rimanevano, tanto più feroci e deliberati: le munizioni bastare per un giorno ancora: aspettarsi ajuti dalle valli e dal Camozzi, che forse fra poche ore, o certamente entro il domani dovea capitare: della guerra grande non v'essere altre nuove dopo quelle dell'armistizio, che l'Haynau non aveva osato negare. I consiglieri allora, considerando che se era cresciuto il pericolo non erano però mutate le ragioni del difendersi, decisero che Brescia terrebbe finchè le avanzasse una cartuccia, od una speranza. E fu di subito codesta deliberazione notificata al popolo, che raccolto sotto la loggia confortava i suoi magistrati a pigliar per migliore il partito più onorevole.
Sorgeva l'alba del primo aprile: e la città, come se allora cominciasse la lotta, risuonò tutta un fiero grido di guerra : lo scampanìo spesseggiava più furioso che il dì innanzi: e da tutte le parti i Bresciani si cacciarono fuor delle barricate ad assalire i nemici, e snidarli da que' posti, ch'essi,