108

e sconvenienti a tanta sventura e a sì alto valore era pur detto: Che nulla d'ostile avrebbero a soffrire i pacifici cittadini. Nei termini a cui eran venute le cose, parve al Municipio di doversene contentare; e veramente la promessa, benchè non portasse alcuna sicurtà, assai larga dovea giudicarsi, se quella parola d'onore che sanciva le minaccie, si aveva a tener per buona e ferma anche a sancire le promesse. E quantunque duro e nimichevole fosse lo scritto del Tenente Maresciallo, piaceva al nobile orgoglio dei Bresciani, gelosissimi della fede loro, che non fosse imposto nè consentito alcun atto di soggezione, recandosi a gloria d'essere trattati come nemici e come vinti, non come servi perdonati e rimessi all'usato giogo. Le altre condizioni erano che quelle case onde fosse partito un colpo, sarebbero state rase: sei ostaggi fra i principali della città risponderebbero vita per vita, dei prigionieri austriaci. Degli ostaggi non occorsero altre parole, avendo il Municipio, quando già i nemici di fronte alla loggia apprestavano le scale e le fiaccole, accettato gli altri patti dell'Haynau e resi i prigioni. Subito dopo furono gridate per tutta la città le condizioni della resa: anzi mandaronsi cittadini bene accetti al popolo a divulgare la capitolazione e a predicare la pazienza


Inizio - Start
www.brescialeonessa.it