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città dagl'insorgenti che in maggior parte tentarono fuggire per le mura. Essi furono tutti serrati nell'angolo tra S. Giovanni e porta Pile. A quattro ore dopo mezzogiorno entrava in città un battaglione di confinali dei Banato ed una batteria di mortai che io aveva fatto pervenire il primo da Verona, la seconda da Mantova.
Il suddetto battaglione venne tosto impiegato a sollecitare la resa della città, e siccome la resistenza dei ribelli a poco a poco cedeva, così le nostre truppe a 6 ore pomeridiane erano già in possesso della città non solo, ma avevano anche ristabilita la quiete.
La nostra perdita in questo ostinato e micidiale combattimento che durò dalle 4 pomeridiane del 31 marzo fino a cinque ore dopo mezzogiorno del 1° aprile fu considerevole. Non posso per ora spedire un quadro preciso e dettagliato, però debbo umilmente annunciare che il general Nugent è stato ferito alla noce del piede in modo che gli si dovette farne l'amputazione; che il colonnello conte Favancourt, comandante in sua vece alla testa delle sue truppe ebbe una palla attraverso al petto e morì poco dopo; che il tenente colonnello Milez dello stesso reggimento Baden cadde gravemente ferito e dagli insorgenti poscia massacrato, e la sua salma mutilata. In tutto, la perdita dovrebbe ammontare in morti a 5 o 6 ufficiali e 480 uomini, in feriti a 10 o 12 ufficiali, e più che 450 uomini. Avrò l'onore di comunicare a suo tempo la precisa distinta di questo perdite. Quella degli insorgenti non si può stimare; però si sono trovati in molti luoghi quantità di cadaveri.
tutte le truppe, i loro ufficiali alla testa, hanno combattuto con straordinario valore, e il loro contegno merita la più grande riconoscenza.
Se questo lungo ed ostinato combattimento non trascorse senza eccessi, in tali circostanze ciò non si può evitare anche colle truppe meglio disciplinate.
Io mi darò somma cura di ristabilire nella città l'ordine e la legge, e non ritornerò colle mie truppe se non quando l'avrò consegnata al feldmaresciallo barone Appel il quale deve entrare in Brescia al giorno 2 d'aprile. Tengo frattanto occupate le porte con forte guarnigione, e non lascio sortire alcuno per ottenere possibilmente l'arresto dei capi della rivolta.
In prova dello spirito che dominava nella città unisco alcuni proclami emanati dall'autorità.
B. HAYNAU.