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OSSERVAZIONI.
Noi non abbiamo creduto necessario d'entrare minutamente nella confutazione delle molte falsità asserite nel rapporto dell'Hayanu. Noi abbiamo narrato da storici e il mondo sa che fede si possa attribuire ai bullettini militari. Si noterà che l'Haynau non che sperar di vedere i Bresciani rinunciare al loro pazzo proposito di difesa non disse verbo di ciò che avrebbe potuto indurveli; che attaccò alle tre, e non alle quattro; che lo stato delle forze operanti il 31 non giunge al terzo del vero, bastando a dimostrarlo il piano stesso d'assalto confessato dal Tenente Maresciallo, giusta il quale agirono intorno alla città cinque colonne staccate, oltre le due che sortirono dal castello. Ma per provare la malafede di questo rapporto basterà osservare che dove in esso si fanno ascendere i morti e feriti a 950 uomini, numero già strabocchevole se si avesse a ritenere di soli 2300 il numero totale delle truppe, in una nota uffìciale comunicata alla Delegazione di Brescia per le ragioni dei compensi il numero de' morti si faceva salire a 1504, di cui 36 ufficiali. Vero è che quasi tutti i feriti, militari e cittadini, morirono in conseguenza delle velenose ferite e della incredibile concitazione degli animi, ad onta delle cure diligentissime, che, senza parzialità alcuna, ne ebbero i medici. Ma imparziali non furono e non potevano essere nè coi feriti nè coi morti gl'Imperiali, pei quali la crudeltà è un argomento del loro diritto, e una prova della loro lealtà al padrone. Infatti l'Appel pochi giorni dopo la resa entrò nell'Ospedale civile, ove erano molti feriti bresciani, e ordinò che alcuni di essi, i quali confessarono d'essere stati feriti alle barricate, fossero trasportati, così malconci come erano, nelle carceri criminali, d'onde non uscirono più.
PROCLAMA.
Partite le Imperiali Regie truppe pel Ticino, la città di Brescia con baldanza insolente si mise in ribellione, usò violenze agli II. RR. Militari qui rimasti, ímprigionandoli e maltrattandoli, si armò e ammise entro le sue