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sposa da mesi, uccisa dai soldati

Tedeschi Cesare, d'Adro, possidente, prigioniero, fu fucilato

Tisi Giuseppe, di Gargnano, d'anni 36, majolino, morto in combattimento

Tosi Massimiliano, di Brescia, morto all'ospedale per ferite

Tosini Giorgio, di Brescia, d'anni 70, calzolajo, ferito da bomba, moriva

Trenchi Beniamino, di Brescia, morto all'ospedale per ferite

Trentini Giovanni di Brescia, d'anni 64, ucciso dai soldati

Valsecchi Luigi, morto all'ospedale per ferite

Vanini Luigi, d'anni 45

Ventura Luigi di Brescia, morto all'ospedale per ferite

Venturini Pietro, di Brescia, d'anni 63, fu preso inerme in casa sua, condotto in castello e fucilato

Vicentini Gio. Battista, di anni 70, ucciso dai soldati

Vicentini Pietro, d'anni 50, ucciso dai soldati

Vicentini Luigi, d'anni 35, ucciso dai soldati

Vimercati Ulimo, d'anni 18

Vonong Carlo, ungherese, d'anni 40, si battè da prode, e moriva in combattimento.

Zambelli Teresa, di Brescia, d'anni 73, madre del direttore Guidi, massacrata in sua casa

Zamboni Caterina, maritata Fava, di Brescia, morta per ferita di bomba

Zatti Costantino, di Brescia, morto all'ospedale per ferite

Zatti Paolo, di Brescia, morto all'ospedale per ferite

Zima Carlo, di Brescia, d'anni 27, fabbricante di carrozze, abbruciato vivo con un Croato

Frate Arcangelo, da Brescia, d'anni 75, P. Francescano, ucciso da un Croato in sua casa.

Oltre ai sunnominati si debbono aggiungere:

Diciassette morti trovati in parrocchia Santa Maria Calchera, non riconosciuti.

Altri tre, i di cui cadaveri mutilati si rinvennero nell'orto del Dazio porta Torrelunga, e che non erano riconoscibili.

Venti individui bergamaschi appartenenti alla legione Camozzi, stati rinvenuti in casa Caldera nel Comune di Fiumicello; nel territorio del qual Comune furono pur trovati altri quattro individui appartenenti alla stessa legione.

Altri 16 individui della stessa legione, dei quali 11 Bergamaschi, 5 della provincia bresciana, che, fatti prigionieri e condotti in castello, furono fucilati.

Il 5 aprile 1849 furono sepolti altri 29 individui morti nei combattimenti del 30 e 31 marzo e 1° aprile, i quali


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