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Brescia fossè detta la città fedele per antonomasia, Fidelis Brixia, - e si tenne ligia al veneto dominio fino al 1796, chè nelle sue valli, e nella fiera valle Sabbia in particolare, echeggiarono gli ultimi colpi fra la desolazione degli incendii, in difesa del veneto leone.
Lungo la denominazione francese, Brescia fu decisamente napoleonica, - lo spirito ardimentoso e belligero di quel periodo si attagliava all'indole sua, e pareva bene auspicato per l'avvenire della comune patria, il formar parte oramai di uno stato che si nomasse Regno d'Italia.
Il 1814, l'anno della generale restaurazione, col fermare ed ampliare il dominio austriaco direttamente nell'alta Italia, ed indirettamente in tutta la penisola, trovò Brescia e la sua provincia tosto ribelle.
Il carbonarismo reclutò in essa più adepti che in qualunque altra provincia d'Italia (sopra 117, 65 erano bresciani), ebbe de' suoi non pochi nelle prigioni e nelle terre d'esilio, - mentre la letteratura patria, cogli Ugoni, coll'Arici, col Monpiani, col Lecchi, e con altri parecchi, teneva vivo, fra le angustie della censura, il fuoco sacro dell'amore all'Italia.
Frattanto si andavano maturando nuovi destini, non solo in Italia, ma in tutta l'Europa. L'elevazione alla sedia pontificia di Pio IX nel giugno 1846,