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da parte dell'autorità municipale, di arredamenti e di vestiti militari, colpì di arresto i priori dei Comune, ed inflisse alla città e provincia la multa di lire 520.000.

Ad autunno inoltrato, si diffusero le notizie della rivoluzione di Vienna, della guerra Austro-Ungherese, della fuga di Papa Pio IX, del prevalere della parte detta democratica in Roma e in Toscana, e però, quell'aspettazione a grandi e nuovi avvenimenti politici e guerreschi sorse e si fece dominante in tutto il paese.

Nè il ministero piemontese sul quale pesava tanta responsabilità di indirizzo, ed all'ardimento non vedeva proporzionate le forze su cui poteva contare, nè, diciamo il ministero, di Torino credette savio di potere più a lungo starsene in disparte, mentre la marea della pubblica opinione, sollevata in buona parte dai fuorusciti lombardi, premeva quasi minacciosa a lui d'intorno.

Io ricordo quelle dimostrazioni nostre in piazza Castello a Torino, per vero più tumultuose che ragionevoli, e quel nostro comizio serale al circolo di via della Rocca, dove i Brofferio, il Boggio, i Sineo, il Pellegrini da Genova, e più tardi il Bargnani, ottimo mio concittadino, ed il generale Ramorino, che già aveva infelicemente primeggiato nel moto di Savoja del 1834, dicevano più cose patriotticamente appassionate e se vuolsi retoriche, meglio che non fos-


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