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diffidenti disorientando ed impaurendo i pochissimi tristi. E dava opera ancora ad iniziare e predisporre l'ardua impresa della insurrezione, nel che consisteva il maggior suo còmpito, coll'acquistare armi e munizioni, col rilevare le piante dei fortilizi, col tessere una vasta rete di esplorazioni e di corrispondenze, anche nel campo nemico, come si vedrà più in avanti, e coll'agevolare il passaggio in Piemonte dei giovani di leva e dei compromessi, ed a tanto giungeva, che lo spirito pubblico, con quella misteriosa sagacità che tiene del divino, per dirla col Correnti (1), sembrava indovinare e presentire quel che si andava preparando. Per sopperire in qualche parte alle spese, il Comitato ebbe dal Piemonte un sussidio di lire 22.000, affidate al cittadino Giacinto Passerini, quale suo cassiere.

Fra queste ambascie, immanente il patibolo, perchè sempre vigente la legge stataria austriaca, ambascie che ondeggiavano fra la speranza ed il timore, e solo possono intendersi nella loro forza straziante da chi le ha provate, trascorse l'inverno del 1849.

(1) I dieci giorni dell'insurrezione di Brescia nel 1849 -

Luglio 1849, Torino, tip. di G. Marzorati.


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