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del luogo, - il quale doveva provvedere per fl mio inoltro a destinazione.

Dal Comitato dì Stradella si riteneva che quella parte di territorio lombardo, che sulla sinistra del fiume la fronteggiava, fosse sgombra di truppe austriache; al contrario, la casa del nostro corrispondente, il primo proprietario del paese, era stata dal giorno innanzi scelta a quartier generale delle milizie del principe di Liechtenstein.

Quel trovarmi all'impensata colle carte ed i denari che avevo indosso, in mezzo allo stato maggiore del Liechtenstein, non fu per me un incontro sgombro di qualche preoccupazione, ma dopo un'ora di forzata sosta fui diretto dal bravo nostro corrispondente al Comitato di Soresina, e di là quantunque abbandonato dalla guida che si era impaurita, potei senza inconvenienti giungere in sul mattino del 19 a Brescia (1).

Dirò come io sia uscito incolume da quella pericolosa avventura. Allora io ero biondo, circostanza che mi favorì nel '49 in Senna agli occhi degli Austriaci, quanto arrischiò di riuscirmi fatale dieci anni dopo a Novara, ove arrivato di Lombardia, ad ostilità aperte, con carte per il La Farina e Cavour, fui arrestato dal popolaccio come spia austriaca, e poco mancò che come tale non fossi massacrato. Quel giorno in Senna, avevo sopra di me due cinturoni in cuoio pieni zeppi di monete d'oro, non saprei per qual somma, oltre un proclama stampato per la rivoluzione e le carte pel Comitato di Brescia. La menoma esitanza mi avrebbe senz'altro perduto. Se non che, vistomi a quello sbaraglio, mi posi a chiedere a quegli ufficiali ed a quei gendarmi, fuoco per il sigaro, ad altri offrivo sigari miei, e mentre ai gendarmi parlavo il lombardo, con gli ufficiali mi valevo della lingua tedesca, appresa assai male dalla cattedra di questa lingua che era annessa al Ginnasio Liceo di Brescia; questo del parlar tedesco fu un vero stratagemma di guerra guerreggiata, che mi salvò da una immediata fucilazione in Senna, e che mi giovò assaissimo in altre circostanze, nelle quali durante le insurrezioni del '48 e '49 ebbi contatti con le forze e le autorità austriache.


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