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tora, e fittosi in capo un cappello a cencio, mi salutò con una stretta di mano, e via a passo precipitato fuori dalla casa.

Credo andasse di corsa presso il Dottor Guala, benemerito presidente del nostro Comitato.

È mestieri ora il dire succintamente, come si disposero le cose nella città.

Il 16 marzo, la guarnigione composta del terzo corpo dell'esercito austriaco sotto il comando del tenente maresciallo Appel, che aveva tenuto i suoi quartieri in Brescia fin dall'agosto, lasciava la città dirigendosi verso il Ticino.

Gli austriaci abbandonando Brescia pel campo, avevano provveduto al loro interesse di dominatori coll'affidare il castello a una guarnigione di 500 soldati, sotto gli ordini del comandante Leshke. Il castello, dopo che fu ripreso nell'agosto scorso, era stato, per disposizioni del Radetski restaurato nei fortilizii e munito di nuovi terrapieni, e fatto accessibile dal di fuori, colla riattazione della strada e l'apertura della porta di soccorso, che stavano al Nord e da assai tempo dismesse. Il castello era ancora forte di 14 grossi cannoni e di mortai largamente provveduti di ogni sorta di proiettili.

Contemporaneamente, per il mantenimento dell'ordine e della sicurezza delle persone e degli averi nell'interno della città, non si era data alcuna efficace disposizione, sicchè questo indispensabile ser-


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