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armati era specialmente destinato ad impedire le comunicazioni sulla strada orientale per Peschiera e Verona e meridionale di Mantova, ad intercettare dispacci del nemico, od a molestarlo in ogni modo colle avvisaglie. Il suo comparire sui Ronchi naturalmente suscitò una entusiastica attesa nei petti della cittadinanza.
Non riuscì punto ardua impresa al Comitato il far accorrere alle tre pomeridiane dello stesso giorno 20 marzo in piazza Vecchia, sotto la Loggia municipale (sede del Municipio, splendido edificio architettonico del rinascimento) una grossa adunata di popolo, preceduta da una bandiera tricolore, la quale, colle grida che erano del caso, chiedeva la dimissione dello Zambelli, per far luogo ad altro cittadino di sua fiducia. Nè lo Zambelli stette a lungo in forse sul da farsi dal lato suo, chè la sera stessa chiese alla Delegazione Provinciale (la Prefettura d'allora) di essere sollevato dall'incarico.
E la stessa sera del 20, nelle sale del Broletto, sede della I. R. Delegazione, si radunavano, dietro invito, e sotto la presidenza di un aggiunto, il dottor Pietro Dehò, chè il titolare, reggente, consigliere Klobus non era in città, assistito dai signori Ferdinando Pomo, capitano comandante la piazza, e Provissi, capitano comandante la gendarmeria, si radunavano, diciamo, sette cittadini dei quali alcuni consiglieri comunali, l'avv. Giuseppe Saleri, Bartolo Fe-