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cidentale attrito, un incendio, e l'incendio scoppiò, Mentre sulla piazza Vecchia e sotto la Loggia del prospiciente palazzo comunale, si stava affollando una gran massa di popolo, giungevano in mal punto il comandante di piazza Poma ed il Commissario dei viveri, tenente Rosa, ai quali si era aggiunto il fornitore Canali. Sgattajolato quest'ultimo, gli altri due entrarono nel palazzo municipale per riscuotere la somma dovuta all'impresa delle sussistenze militari, ed allora fu che il popolo, chè popolo veramente era non plebe; invase la sala urlando, serrandosi addosso ai due malcapitati, e non andò guari che un Maraffio, caporione dei macellai, popolano audacissimo, ebbe ad aggiustare un colpo di randello sul capo del Poma, che dalla inferta ferita gemeva sangue. Perchè le cose non trascorressero a macello, con disdoro nostro, si interposero i cittadini nob. Girolamo Rossa e Timoleone Agazzi impiegato municipale.

Poichè era ormai palese che la lotta era imminente ed inevitabile, si approfittò della presenza del Comandante la piazza, che si vedeva in sì mal punto, per indurlo a rilasciare un suo ordine per gli spedali militari, col quale si ingiungeva a chi ne fosse a capo, di rimettere ai cittadini i fucili che vi si trovassero, per armarne la guardia municipale.

Di poi, il comandante Poma, fu affidato allo


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