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gendarmi in sulla sera abbandonando la caserma di Sant'Urbano, riparavano in castello. Nè i popolani ebbero miglior successo colle loro insistenze, presso il meno importante ospedale di San Gaetano.

Intanto la sommossa s'era fatta generale; i cittadini, già esasperati pei fatti del mattino, si credettero maggiormente provocati dalla proditoria fucilata dei ricoverati nell'ospedale di Santa Eufemia, e si videro percorrere le strade dando la caccia a quanti soldati potevano incontrare, abbatterono ovunque gli stemmi e le insegne imperiali, riducendole in pezzi, fra le grida: Viva il Piemonte ! Fuori i Tedeschi !

Nella giornata, una compagnia di ottanta animosi giovanotti di Guzzago predisposti dal Comitato, tutti armati di fucile, comandata dall'Ing. Paolo Moretti di Guzzago col nipote Chinelli Antonio e dal signor Luigi Castelli da Provezze, marciava alla volta di Brescia. Gli austriaci che erano di guardia alla porta San Giovanni, che sta all'ovest della città, sentito che ebbero un tamburo a suonare la carica, si misero tosto sotto le armi, e vista a poca distanza quella compagnia di rivoltosi che si avanzava militarmente, abbandonavano il loro posto, ritirandosi precipitosamente alla volta del Castello. Entrata la compagnia trionfalmente in città, le furono assegnate, quale provvisoria caserma, le ampie antisale del Teatro Grande, che sta nel centro della città,


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